“L’analista è colui che con la sua parola trasforma la morte in vita, thanatos in eros, il silenzio del sintomo in parola, il godimento letale della ripetizione in invenzione del nuovo”
Società Bolognese di Psicoanalisi
Bologna è una città di portici, di strade aperte e coperte, colorate e intricate, imponenti e nascoste. Se oggi è una tavolozza dei colori della terra non ha tuttavia dimenticato le sue nervature liquide: l’acqua dei torrenti che vi scorrono sotto talvolta compare anche alla vista di chi vi cammina sopra e crede di avere i piedi ben saldi per terra.
Dalla superficie della città svettano poi imponenti torri che si elevano superbe e forti verso il cielo, testimoni di un passato ancora oggi ammirato.
Tra le acque sotterranee e la cima altissima delle torri, Bologna vive e si trasforma. Fa del sopra e del sotto la sua cifra più caratteristica: ascolta lo scorrere dell’acqua sotto la sua superficie e contemporaneamente si muove per le sue strade accoglienti volgendo anche lo sguardo verso il cielo. Questa immagine può dirsi analitica proprio perché rende conto dell’ascolto simultaneamente fluttuante e radicato ma anche consapevole di ciò che scorre metaforicamente sotto la stanza d’analisi.
La città di Bologna è storicamente aperta ed accogliente: una parte di essa sorge dal solido fianco dell’Appennino e un’altra è affacciata sul grande aperto della pianura più grande d’Italia. Solidità ed apertura sono le sue principali radici. È anche la città della prima Università d’Europa, dando così testimonianza di saper ospitare il sapere e farlo circolare nelle sue strade, lasciandolo pulsare nei suoi portici e nelle sue piazze.
La società Bolognese abita una città profondamente innervata dalla psicoanalisi, grazie anche alla storia degli psicoanalisti che le devono i natali e a quelli che l’hanno abitata ed arricchita. Grazie al pensiero di uno di loro, Massimo Recalcati, che guida ed ispira le società cittadine con il rigore e la generosità della sua ricerca, la psicoanalisi a Bologna ha potuto scorrere nella rete costituita con la sanità pubblica, con il Centro Jonas (il primo ad essere fondato nel 2003) e con altre realtà istituzionali.
Bologna è una città che ama la psicoanalisi anche perché ne è uno dei centri di gravitazione. L’aspirazione a nascere della SBP è, tra le altre cose, desiderio di confronto, di condivisione di valori e teorie. In essa c’è anche la prova di una forza di attrazione e di rilancio della psicoanalisi che la città accoglie e sa ospitare: nel piccolo gruppo di fondatori ci sono, infatti, anche cittadini di altre città come testimonianza della generosità e della forza che Bologna sa unire, facendo la differenza e radunando chi non cede sul desiderio della psicoanalisi.
Tra le numerose figure di spicco a cui la città ha dato i natali, Giorgio Morandi ha rappresentato un raffinato esponente dell’arte pittorica del secolo appena passato. La sua opera, conosciuta in tutto il mondo, rappresenta ad uno sguardo attento una metafora del lavoro della psicoanalisi. Le sue famose bottiglie, riprodotte quasi di continuo ma con variazioni lievi ora di toni, ora di volumi, talvolta con flebili lame di luce che sembrano attraversarle, rappresentano una vera e propria poetica: custodire il mistero dell’oggetto come alterità intima, come una sorta di trascendenza interna alla quotidianità, una unicità che solo una lieve differenza di tono o di luce rivela. Le sue opere sono testimonianza del continuo riassetto dello sguardo che ritrova il nuovo, dello sforzo di estrarre un senso nuovo, irrappresentabile ed inaudito. Per Lacan, il desiderio dell’analista altro non è che quello di lavorare per ottenere la differenza assoluta. E l’opera di questo bolognese illustre sembra offrirne una rappresentazione artistica.
Morandi è stato definito il pittore del silenzio: custodire il silenzio e dargli parola è uno dei modi di dire il fare della psicoanalisi. Al tempo stesso, è stato chiamato anche pittore della solitudine: ed è in solitudine che si dispiega il mestiere dello psicoanalista. È questa solitudine, inaggirabile e strutturale, che la Società Bolognese di Psicoanalisi vorrebbe custodire e alleviare al tempo stesso: dal momento che lo psicoanalista è sempre radicalmente solo nell’esercizio della sua pratica, è tanto più importante che fuori dal tempo delle sedute la solitudine venga interrotta, e interrogata, insieme ad altri. È questo che, insieme alla formazione dello psicoanalista e alla domanda aperta sulla clinica, la Società si prefigge.
La SBP nasce dal desiderio di far esistere un luogo di formazione dello psicoanalista, alimentato dalla singolare irriducibilità dei suoi membri ed orientato dalla responsabilità soggettiva dell’etica della psicoanalisi.
La SBP riconosce la voce di ogni singolo socio di coltivare ed approfondire i lavori teorici di Freud, di Lacan e dei suoi eredi rendendoli applicabili al tempo attuale. Essa si istituisce, dunque, come un luogo in cui possa abitare una psicoanalisi laica, libera da dogmi teorici ed ideologie chiuse in sé stesse, aperta alla dissidenza del desiderio che non satura la ricerca del sapere ma la rende generativa.
La SBP intende mettere al servizio della comunità degli psicoanalisti un luogo di formazione permanente e viva, in cui la responsabilità soggettiva del proprio desiderio possa mettersi al lavoro ed offrire la propria testimonianza.
Presidente
Francesca Bonaccurso
Vice-presidente
Valeria Castagna
Segretario
Anna Centis Vignali
Tesoriere
Nicola Tattini
Consigliere
Lorenza Di Marco