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CARTA DEI PRINCIPI

Società cittadine di psicoanalisi

  1. Il principio etico che orienta le Società Cittadine di Psicoanalisi è laico.
  2. La finalità che si propongono le Società Cittadine di Psicoanalisi è la formazione permanente e aperta nel campo della psicoanalisi: nella pratica clinica e nella ricerca teorica e culturale. Solo il riconoscimento dell’impossibile della trasmissione rende possibili effetti di formazione.
  3. Per raggiungere questo fine, le Società Cittadine di Psicoanalisi si faranno promotrici di eventi, seminari, convegni, conferenze, lezioni, presentazioni editoriali, attività di aggiornamento, creazione di gruppi di studio, promozione di ricerche, studi e pubblicazioni.
  4. Nelle Società Cittadine di Psicoanalisi non esiste l’essere dello psicoanalista, non esistono gerarchie, né titoli, né esistono analisti didatti. Solo l’esperienza di un’analisi condotta fino in fondo, può testimoniare, nell’esclusività di un tempo retroattivo, che in quel caso singolare c’è stata opera feconda dell’analista.
  5. La formazione dello psicoanalista non risponde ad un modello stadiale-evolutivo, ma è l’esito di effetti plurimi di soggettivazione prodotti dalla immersione del soggetto nella propria esperienza analitica, nell’incontro con il reale della clinica, nello studio e nella ricerca teorica, nella vita della città.
  6. L’esperienza della supervisione, individuale o di gruppo, è considerata decisiva per la formazione dello psicoanalista a condizione che i supervisori che accompagnano il praticante, nel corso della sua formazione, siano più di uno.
  7. Lo psicoanalista opera sempre a partire dalla sua soggettività: nell’invenzione del proprio atto, nell’assunzione della responsabilità che comporta la direzione della cura, nell’occupare la sua posizione di oggetto agalmatico e di soggetto supposto sapere, nella deposizione del suo sapere codificato e nella propria stessa destituzione al termine della cura.
  8. Le Società Cittadine di Psicoanalisi riconoscono in IRPA l’Istituto più affine nella formazione al titolo di psicoterapeuta, in JONAS ITALIA il movimento di psicoanalisi applicata alla clinica più vicino e si inscrivono nel campo aperto di DIVERGENZE, movimento – nato a partire dal testo di Massimo Recalcati, Il mare della formazione1 – che raccoglie appartenenze diverse, accomunate dal frequentare, a vario titolo, esperienze e pratiche della cura.
  9. Le Società Cittadine di Psicoanalisi traggono il proprio riferimento teorico ed etico principale dall’insegnamento di Sigmund Freud, Jacques Lacan e dei loro eredi.
  10. La presenza, nelle Società Cittadine di Psicoanalisi, di membri che non siano psicoanalisti è una condizione essenziale per preservare l’apertura euristica quanto più possibile ampia delle Società stesse. Il legame con la cultura, con l’arte, con i diversi saperi, con la vita della città e le sue istituzioni è considerato fondamentale.
  11. Le Società Cittadine di Psicoanalisi sono economicamente e amministrativamente autonome, libere di agire e promuovere sul proprio territorio ogni iniziativa considerata coerente con i fini statutari.
  12. La sola condizione di appartenenza alle Società Cittadine di Psicoanalisi è quella di socio. Si acquisisce tale qualifica di seguito alla presentazione, da parte di tre soci già iscritti ad una delle Società cittadine di psicoanalisi, dell’aspirante socio.
  13. Ciascun socio può chiedere di far parte di un massimo di due Società Cittadine di Psicoanalisi.

1 Cfr. Intervento di Massimo Recalcati al Convegno di ALIPSI, 14 aprile 2018 Milano, Palazzo Morandi, ora pubblicato ne Il mare della formazione, Dialoghi sulle pratiche di cura, a cura di N. Divincenzo e B. Giacominelli, Mimesis, Milano 2020.

1 Cfr. Intervento di Massimo Recalcati al Convegno di ALIPSI, 14 aprile 2018 Milano, Palazzo Morandi, ora pubblicato ne Il mare della formazione, Dialoghi sulle pratiche di cura, a cura di N. Divincenzo e B. Giacominelli, Mimesis, Milano 2020.