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Alla ricerca di un nome proprio: dipendenze in adolescenza e discorso sociale

Il ciclo di incontri rientra all’interno delle attività di ricerca del gruppo di lavoro palermitano intorno alla questione delle FORME DEL DISAGIO NELLA CIVILTÀ CONTEMPORANEA.
L’edizione del 2025 è nata dalla collaborazione con l'associazione Lega Contro la Droga APS, nell’ambito del progetto Metro(Polis): La dipendenza giovanile come metafora contemporanea della crisi del legame sociale

Enti partner del progetto formativo sono le sedi palermitana e catanese di Jonas – Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi, Qanat – Società Cooperativa Sociale, ARPI – Associazione di Ricerca Psicodinamica per l’Intervento sociale e SSPIG – Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Interpersonale e di Gruppo.

Gli incontri si svolgeranno esclusivamente in presenza fino ad esaurimento posti presso la sala “Padre Puglisi” nel Centro per la Giustizia Minorile di Palermo, all’interno del Tribunale per i Minori, via Principe di Palagonia, 135 - Palermo.

È stata richiesta la convenzione con l’ordine degli Assistenti Sociali per il rilascio dei crediti formativi.

Per informazioni

CALENDARIO INCONTRI

  • 16 maggio 2025
    Adolescenza, Nuove Dipendenze, Salute Mentale

  • 20 giugno 2025
    Adolescenza, Dipendenza e Giustizia 
    PARTECIPAZIONE GRATUITA E APERTA A TUTTI PREVIA ISCRIZIONE VINCOLANTE 
    al link https://forms.gle/8A9jKgvhCVJP4PFf8
    SCADENZA ISCRIZIONI 
    Entro martedì 17 giugno.

  • 3 ottobre 2025
    Adolescenza, Dipendenze, Scuola e Comunità Educante

16 maggio - ore 9.00 / 13.00
Saluti istituzionali
Provvidenza Olivia Pistritto, Presidente Società Palermitana di Psicoanalisi - Angelo Scuderi, Presidente Lega contro la Droga, Palermo - Vincenza Zarcone, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana - Giuseppe Ciulla, Direttore USSM Palermo, Presidente dell’ordine degli Assistenti Sociali della Regione Siciliana 

Adolescenza, Nuove Dipendenze, Salute Mentale

RELATORI
Giampaolo Spinnato, Psichiatra, Dirigente Psichiatra, Direttore U.O.C. Dipendenze Patologiche, ASP Palermo 
Luigi Cottone, Neuropsichiatria Infantile, Dirigente medico di Neuropsichiatria Infantile, Direttore F.F. U.O.C. Disturbi dello Spettro Autistico, ASP Palermo 
Emanuele Lo Monaco, Psicoanalista, Presidente Centro Jonas Catania 
Teresa Berlina, Ass. Soc. USSM Palermo
Angelo Scuderi, Psicoterapeuta, Presidente LcD Palermo
Discussant: Valentina Fiorica, Psicoterapeuta, socia SPP

L’incontro intende approfondire il fenomeno delle “Nuove Schiavitù”, interrogandosi sulle trasformazioni del legame sociale nell’epoca contemporanea: in particolare si vuole esplorare in che modo gli approcci istituzionali alle addictions possano contribuire a non oscurare Il soggetto adolescente dietro il fenomeno comportamentale della dipendenza da una sostanza o da un oggetto, in controtendenza alle logiche di trattamento che rischiano di ripristinare la dipendenza degli adolescenti ad un altro livello, socialmente più adattivo. L’adolescente, si trova sempre più spesso immerso, infatti, in un flusso di oggetti-identità che il mercato dei consumi fornisce in forma massiva e seduttiva. Nuovi volti del disagio adolescenziale emergono con il moltiplicarsi di forme dipendenza (la tossicodipendenza, dipendenza da smartphone, dal gioco, dal sesso etc.). Questi nuovi sintomi assumono, sempre più spesso, i nomi propri in cui l’adolescente cerca un rifugio identificatorio, a fronte dell’angoscia provata per l’emergenza di moti pulsionali che non trovano una possibile articolazione simbolica ed un annodamento nel legame sociale. Parallelamente, anche la clinica della dipendenza sempre più caratterizzata da esperienze psicopatologiche e da esperienze di addiction, sembra fluttuare fra diversi sistemi istituzionali preposti alla diagnosi e al trattamento di queste sintomatologie in adolescenza, come quello delle Dipendenze e quello della Salute Mentale. Tuttavia, non possiamo non considerare come dietro il disagio adolescenziale ci sia una soggettività con un “nome proprio” che va accolta in quanto particolare, piuttosto che essere ricondotta ad una o più classificazioni e generalizzazioni. Come, dunque, collocare la singolarità di ogni posizione soggettiva in rapporto al proprio essere nel mondo, piuttosto che classificare il sintomo dell’adolescente in rapporto ad una sostanza o ad un oggetto? Come interrogare il proprio sapere a livello diagnostico per porre al centro il processo dinamico che sostiene il rapporto dell’adolescente con un determinato oggetto- sostanza? In che modo una clinica dei legami sociali in ascolto dell’adolescenza rappresenta un’opportunità, fuori dal mercato, per permettere al soggetto adolescente di non rinunciare ad avere e a dire una “parola propria”?


20 giugno - ore 9.00 / 13.00

Adolescenza, Dipendenza e Giustizia 

Introduce i lavori: Santo Ippolito, Dirigente CGM Palermo 
RELATORI
Claudia Caramanna, Procuratore Tribunale per i Minori di Palermo
Aldo Raul Becce, Psicoanalista, già G.O. presso il T.M. di Trieste, perito e CTU
Giuseppe Ciulla, Direttore USSM Palermo 
Provvidenza Olivia Pistritto, Psicoterapeuta, Presidente SPP
Discussant: Maria Laura Mastropaolo, Psicoterapeuta, socia SPP

Per ragioni organizzative si raccomanda la massima puntualità.

PARTECIPAZIONE GRATUITA E APERTA A TUTTI PREVIA ISCRIZIONE VINCOLANTE 
al link https://forms.gle/8A9jKgvhCVJP4PFf8

SCADENZA ISCRIZIONI 
Entro martedì 17 giugno.


L’incontro intende esplorare il legame tra dipendenza e reato, in particolare sia la connessione tra dipendenza da sostanze stupefacenti e reati penali commessi, sia la dipendenza da device e la conseguente gamma di rischi e di comportamenti penalmente rilevanti ad essi collegati. Gli adolescenti sono naturalmente portati alla trasgressione e sempre più attratti dal consumo di droga, tuttavia oggi assistiamo anche all’aumento del coinvolgimento dei minorenni nell’ambito della produzione, del traffico e della detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Parallelamente, già da alcuni anni, si registra un crescente aumento della dipendenza da social network, videogiochi, pornografia, selfie estremi, etc. e di conseguenza di reati collegati quali cyberbullismo, revenge porn, etc. Non appare sempre facile distinguere le situazioni in cui la trasgressività può essere intesa e trasformata come qualcosa al servizio della crescita e dell’acquisizione di un’identità sociale e quelle in cui all’opposto ci troviamo dinnanzi all’espressione di una tendenza antisociale o all’inizio di una vera e propria carriera delinquenziale. È possibile affermare che per certi versi la commissione di un reato è un gesto a forte rilevanza simbolica, che va letto caso per caso per poter comprendere le ragioni del disagio dell’adolescente ed evitare così che si trasformi in un punto di non ritorno verso la delinquenza minorile: cosa veicolano certi comportamenti? Come il mondo delle istituzioni può rispondere all’appello dell’adolescente che commette un reato affinché possa riavviarsi un percorso di soggettivazione? Quali dati registriamo in tal senso? Quali le buone prassi e modelli di intervento? Quali gli aspetti suscettibili di miglioramento?


3 ottobre - ore 9.00 / 13.00

Adolescenza, Dipendenze, Scuola e Comunità Educante

Introducono i lavori: Roberta Fundarotto e Veronica Zarbo, Psicologhe progetto Metropolis  
RELATORI
Valentina Chinnici, Presidente Nazionale CIDI
Barbara Barletta, Psicoterapeuta socia SPP
Francesco Di Giovanni, Coordinatore generale del Centro TAU
Martino Lo Cascio, Psicologo e Psicoterapeuta, Dirigente Psicologo DS 42 ASP Palermo
Valeria Cavarretta, Psicoterapeuta Jonas Palermo
Francesca Paola Ammirata, Ass. Soc. USSM Palermo
Discussant: Fra Mauro Billetta, Psicoterapeuta, parroco parrocchia Sant’Agnese Palermo, presidente dell’Associazione Comunità di Danisinni ETS

Educare, dal latino educěre, «trarre fuori», «tirar fuori ciò che sta dentro». L’etimologia della parola ci ricorda che il compito educativo ha a che fare con il tirare fuori, mettere a frutto, accendere interesse e desiderio nei più giovani e non tanto, o non solo, con il trasferire nozioni ben confezionate dentro la testa degli studenti. Oggi assistiamo a una crescente disgregazione sociale, dove il soggetto appare sempre più immerso in un godimento autarchico e solitario, che si sostituisce alle forme tradizionali di legame e condivisione. Le dipendenze contemporanee - in particolare l’uso compulsivo di smartphone, videogiochi, social network, pornografia - non favoriscono l’aggregazione, ma alimentano nuove forme di segregazione. Non sono semplici abitudini dannose, ma veri e propri dispositivi di cattura del soggetto, che risponde alla propria angoscia attraverso un godimento senza alterità. Se l’adolescente contemporaneo sembra sempre più immerso in un godimento senza Legge, quale spazio resta per il desiderio e il legame sociale? La sfida è pensare nuove modalità di legame nel contesto più ampio della comunità educante per accendere il desiderio nei giovani. In un’epoca in cui la soglia di attenzione dei ragazzi si abbassa sempre di più e i dispositivi sono estensioni di arti, il senso di questa tavola rotonda vuole essere proprio quello di discutere le difficoltà e le vie d’uscita dall’intorpidimento generale e dall’auto-segregazione cui i dispositivi tecnologici sembrano proiettarci.


Il progetto Metro(Polis)

Il progetto Metro(Polis) è un progetto di ricerca-azione volto alla prevenzione e al contrasto delle contemporanee forme di dipendenza, comportamentali e/o da sostanze (dipendenza da smartphone, da videogiochi, da social network, dal gioco d’azzardo, dal cibo, dalla pornografia, dall’alcool, da smart drugs o sostanze nootrope etc.), nelle giovani generazioni all’interno del territorio della Città di Palermo. All’interno delle azioni del progetto è prevista un’area divulgativa, pensata per offrire uno spazio di approfondimento teorico e di ricerca.

Scopo generale del ciclo di conferenze vuole essere, infatti, la creazione di un luogo di incontro e dibattito per mettere al centro il tema della dipendenza, l’occasione per soffermarsi e interrogarsi sulle molteplici forme che essa oggi assume e rispetto alla quale possiamo parlare di una vera e propria emergenza sociale. L’idea di fondo è quella di leggere la dipendenza come sintomo di un più ampio disagio esistenziale. Viviamo in un’epoca dove la spinta a godere risponde all’imperativo del “tutto e subito”, del “senza limite”, una logica che in passato era prerogativa del cosiddetto tossicomane, ma che ormai è sempre più divenuto un imperativo a cui il soggetto risulta sottomesso.

Una sorta di addiction generalizzata caratterizza il soggetto contemporaneo, sempre più a rischio di isolarsi nelle sue oasi di godimento, che sia esso tecnologico, farmacologico, lavorativo, sessuale, alimentare, etc. Oggi, in molti giovani assistiamo al continuo passaggio da un gadget all’altro, a volte, senza soluzione di continuità. Una modalità che mantiene di fatto il soggetto in una sorta di iperconnessione con l’oggetto, alimentando l’illusione che sia possibile evitare l’incontro con la mancanza, con l’insoddisfazione e, in ultima istanza, col desiderio.


Locandina Evento